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Perchè istituire un nuovo comune?

NON sei di Mappano? Se ti va approfondisci le nostre ragioni:

Vorremmo vedere riconosciuto ai cittadini Mappanesi il diritto all’autodeterminazione attraverso l’autonomia comunale, in perfetto accordo con i principi di autonomia e sussidiarietà contenuti nella Costituzione della Repubblica italiana.

In primo luogo occorre ricordare che, come deliberato dalla quasi totalità dei gruppi oggi rappresentati in Consiglio Regionale, per due volte i cittadini di Mappano avrebbero dovuto legittimamente votare nel referendum per l’istituzione del Comune di Mappano: il 15 novembre del 2009 e il 18 aprile del 2010.
Il diritto di voto è stato negato due volte attraverso le sentenze di sospensione del referendum emesse dal TAR di Torino, che pur essendo state rigettate rispettivamente dal Consiglio di Stato e dalla Corte Costituzionale sono diventate di fatto un annullamento illegittimo della consultazione.

Un’obiezione che ci sentiamo di respingere è quella secondo la quale la creazione di un nuovo comune sia in contrasto con l’attuale linea della Regione che mira ad accorpare i piccoli comuni inferiori a 5000 abitanti. Infatti Mappano, con i suoi 8000 abitanti, oltre ad essere potenzialmente tra i più grandi comuni della provincia di Torino (l’87% dei comuni della provincia di Torino è più piccolo di Mappano) rappresenta una anomalia amministrativa unica in tutta Italia. Infatti, nonostante una evidente unità socioeconomica e territoriale, è ancora suddiviso in quattro Frazioni, amministrate dai Comuni di Caselle, Borgaro, Leinì e Settimo, con gravi conseguenze per la sua specifica identità, come evidenziato negli studi del suo territorio.

La frammentazione amministrativa di Mappano ha causato svantaggi e confusioni nell’ambito dei
servizi e della omogeneità di sviluppo del paese. Esempi ne sono: i servizi anagrafici separati; la gestione
frammentata degli edifici scolastici
; la confusione nello smistamento della posta (tre CAP diversi); la carenza di medici pediatri sul territorio; l’assenza di un centro di conferimento di rifiuti (ecocentro); i servizi di consultorio ridotti; la presenza frammentata delle forze dell’ordine; le tasse e le imposte comunali differenti; le date non univoche delle Feste Patronali dei concentrici e di Mappano; l’applicazione differenziata delle misure contro l’inquinamento, come le cosiddette “targhe alterne” o divieti di transito, per cui la stessa via può essere transitabile o no a seconda del comune di appartenenza; la teleselezione telefonica differente tra i territori di Borgaro e Settimo con quelli di Caselle e Leinì.

Cosa più importante e paradossale è la gestione complessiva del territorio, con Piani Regolatori scoordinati tra loro, che non tengono conto dei servizi in modo unitario privando la comunità di mappano di un disegno di sviluppo urbanistico complessivo. Questo ha causato uno sviluppo disarmonico con la
vicinanza di grandi impianti di smaltimento dei rifiuti e la presenza di impianti industriali con elevato impatto e rischio ambientale.

Abbiamo qui voluto richiamare solo alcune motivazioni della irragionevole situazione amministrativa, essendo questa ben conosciuta dall’Autorità Regionale, che nel 2003 ha dato incarico all’IRES di effettuare uno studio del territorio, dal quale il disagio è emerso in tutte le sue forme.

Il problema della rappresentanza della comunità di Mappano che ha impedito fino ad oggi il suo armonico sviluppo, non risiede nella scarsa propensione dei cittadini alla partecipazione alla vita pubblica, ma principalmente nella loro divisione in diversi distretti elettorali. La diretta conseguenza della suddivisine in diversi Comuni è stata quella di impedire ai cittadini di Mappano di essere numericamente determinanti nella scelta dei propri rappresentanti politici nelle rispettive amministrazioni. Questa situazione ha reso deboli le istanze dei mappanesi, causandone – di fatto – l’emarginazione.

Contrariamente a quanto pensano alcuni consiglieri il Comune di Mappano sarà una risorsa e un investimento, e non provocherà un aggravio di costi per i contribuenti.
Il comune di Mappano verrà insediato in un edificio già esistente, quello del Consorzio Intercomunale di Mappano che verrebbe sciolto (con i rispettivi costi che non saranno più a carico dei concentrici). Nei mesi successivi all’istituzione del Comune di Mappano, come previsto dalla legge regionale, la Provincia di Torino provvederà a ridistribuire, in proporzione agli abitanti, il personale dipendente del comune (con i conseguenti risparmi per i concentrici) oltre che le risorse economiche.

Il nuovo ente, secondo lo studio della regione avrà un bilancio economico che si aggira tra 7 e 10 milioni di euro, questo rende inconsistente la necessità di compensazioni da parte della Regione, infatti le cifre previste dalla vecchia formulazione della legge corrisponderebbero a cifre confrontabili con l’1% del bilancio del futuro Comune.

L’istituzione del Comune di Mappano permetterà inoltre, secondo il principio costituzionale di sussidiarietà, di liberare energie e creatività che fino ad ora sono rimaste inespresse; inoltre un grosso vantaggio che avrà Mappano sarà quello che partendo da zero potrà darsi una struttura snella ed efficiente in linea con le migliori esperienze in circolazione… è un libro bianco da riempire, una porta aperta verso il futuro, tornare indietro sarebbe davvero sprecare una grande opportunità.

Scrivici le tue ragioni del sì’ e le pubblicheremo sul sito!

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